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"[…] Personaggio vivo, vero, potente, non perché Lizzani lo ha capito più degli altri, ma perché c'è dentro una donna viva e vera, una che si chiama Lisa Gastoni. Che semplicità nella naturalezza […] davanti a lei crollano almeno il cinquanta per cento delle sue famose colleghe con […] corona di dive […]." | F. Sacchi - Epoca - Marzo 1966 |
"[…] L'ambiente della malavita mediocre e piccina è tratteggiato con acutezza, salvo qualche sbavatura di dialogo e l'uso, qui ingiustificato, del colore; e il ritratto del protagonista, se non si può dire peregrino, è tuttavia convincente. Il film […] offre l'interpretazione d'una pagina di cronaca non indegna del regista del “Gobbo” e del “Processo di Verona”; e della sua buona tecnica fa fede tutto il contesto delle immagini, e specialmente la sequenza della rapina di via Montenapoleone, tagliata a perpendicolo, e il convulso epilogo. […]" | L.P. - La Stampa - 07/04/1966 |
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