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 << I film della Pollanet Squad (POLIZIESCO) >> 
Senza ragione (1973)  
Con
Franco Nero
Dino Bianco "Mosquito"

Telly Savalas
Memphis "L'americano"

Mark Lester
Lennox Duncan

Ely Galleani
Maria

Duilio Del Prete
Capitano Lenzi

Maria Michi
Principessa

Aldo De Carellis
Riccardo

Bruno Boschetti
Ufficiale dei Carabinieri

Beatrice Clary
Margaret Duncan

Tom Duggan
Anthony Duncan

Giuseppe Mattei
Gioielliere

Marion Montgomery
Americana in albergo

Antonio Paris
Piccolo pastore

Wanda Pallini
Prima prostituta

Liliana Fioramonti
Seconda prostituta

Jean-Pierre Clarain
Padre Tedesco

Britta Barnes
Madre tedesca

Michael Barnes
Bambino tedesco

Lara Wendel
(come Daniela Barnes)
Bambina tedesca


Valentino Simeoni
Benzinaio (*)

Aristide Caporale
 (*)

(*) non accreditato





Una banda decisamente raffazzonata di malviventi si dà una punta davanti ad una oreficeria nel centro storico di Roma, per mettere a segno un colpo importante e riparare poi in Francia. Della banda fanno parte Memphis (Telly Savalas), spietato gangster di lungo corso, Moschino (Franco Nero) di professione magnaccia/puttaniere/gigolò, un uomo che vive più tempo dentro una donna che fuori, e Maria (Ely Galleani) bella e ingenua mignotta hippie assoldata dal pappa come autista. Con queste premesse, la rapina non può che trasformarsi immediatamente in tragedia, con il gioielliere in una pozza di sangue appeso invano a protezione dei suoi ori. Nè risulta particolarmente felice la successiva fuga in Giulia, che travolge un funerale e fracassa un'Ape e mobilio sparso prima di arrestare la sua folle corsa in una piazzetta cieca contro un Mercedes in sosta. Per superare l'impasse, ai due banditi non resta che impossessarsi, pistole alla mano, dell'elegante auto parcheggiata, recuperando in extremis l'ex-autista rimasta seppellita tra le lamiere contorte e la folla accalcatasi attorno al luogo dell'incidente. Ma accuratamente celato nel sedile posteriore c'è anche il tredicenne Lennox (Mark Lester), figlio di una coppia di consoli inglesi proprietari della Mercedes trafugata, che all'inizio tenta disperatamente di fuggire dalla banda ma che poi a poco a poco finisce con l'affezionarsi ai malviventi, trovando nel gruppetto di criminali incalliti un pò dell'umana attenzione negatagli dai genitori. Dall'altro lato della barricata, ad occuparsi delle operazioni per la liberazione dell'ostaggio c'è un giovane Duilio Del Prete, capitano dei Carabineri, che poco può per contrastare la fuga dei malviventi per paura di arrecare danno al giovane rapito. I quattro cominciano così un viaggio nell'assurdo, dove il possibile e l'impossibile confluiscono in un unico torrente in piena capace di travolgere tutto ciò gli capiti davanti. Memphis combina guai a ripetizione; dopo aver ammazzato il gioielliere dove hanno compiuto il colpo, stronca un'intera famigliola tedesca in vacanza nel Belpaese raccolta in una roulotte pronta per essere spedita in fondo al lago, per sempre, ed anche una povera cagnetta incontrata per caso su un ponte sospeso. Nonostante tutto il calvo assassino si dichiara sempre innocente, accusando invece le vittime di averlo costretto ad uccidere. Tutto da decifrare rimane il rapporto tra l'angelico bambino di buona famiglia e Moschino che diventa in breve tempo un modello da imitare, un percorso da seguire, una spelonca da scoprire; Lennox trova in lui forse un papà amico che non ha mai avuto, una realtà intera da vivere aldilà della campana di vetro in cui era stato messo sin da quando era nato. Il regista calca la mano proprio sulla figura di Lennox che potrebbe essere un Memphis da piccolo, di diversa estrazione sociale, di diverse capacità intellettuali, ma con lo stesso piacere di uccidere, di vedere la morte in tutto il suo inquietanete fascino, come osservare un gatto gonfio d'acqua pronto ad esplodere da un momento all'altro. Le location sono abbastanza indefinite, sappiamo solamente che i tre vogliono superare il confine e fuggire in Francia (ai limiti dell'assurdo la sequenza in cui un autobus sul cui anteriore campeggia la scritta forza italia e presumibilmente occupato da italiani incrocia un altro autobus proveniente dall'italia e diretto in francia pieno di transalpini uniti nel cantare l'inno nazionale), per credere in una vita migliore, per uscire dal fango in cui sono stati gettati tanto tempo fa.



Sequenza iniziale
Poster