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"[…] Va detto solo che chi si è divertito alla prima puntata non resterà deluso neppure in questa seconda avventura, regolata da un meccanismo ancora più perfetto, anche se con gli ingredienti di sempre: sparatorie, agguati, karatè, inseguimenti d'auto […]. Franco Gasparri, ancora nei jeans di Mark, accentra su di sé quasi totalmente l'interesse della regìa […]." | V. Spiga - Il Resto del Carlino - 27/12/1975 |
"“Ma lei non sarà mica uno di quei piantagrane che vogliono il sindacato di polizia?”, domanda preoccupato il vicequestore (Massimo Girotti), “Io sono un piantagrane e basta”. Questa rassicurante affermazione è il biglietto da visita del giovane commissario Mark Terzi, alias Franco Gasparri, allo spettatore ignaro delle sue avventurose imprese del precedente “Mark il poliziotto”. […] Il film, di livello modestissimo, mescola tutti i luoghi comuni di un genere già inflazionato: i cattivi sono viscidissimi, i prepotenti vivono tra panfili e campi da golf, circondati da donnine procacissime, le amanti dei banditi si fanno ammazzare per amore. Il tutto è presentato con così poco humour che anche il pubblico meno scaltrito scoppia sovente in sincere risate. In più il regista Massi ha la deprecabile abitudine di inserire piccoli short pubblicitari di cibo per cani, bibite, pellicce. […] Gasparri sembra voler dimostrare che per aver il seguito del pubblico femminile non sono necessari troppi sforzi: la gamma delle espressioni è limitata al massimo (è anche attore di fotoromanzi e l'abitudine all'immobilità gli è rimasta) […]." | D. Giac. - La Stampa - 19/01/1976 |
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