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 << I film della Pollanet Squad (POLIZIESCO) >> 
La polizia è al servizio del cittadino? (1973)  
Con
Enrico Maria Salerno
Commissario Nicola Sironi

Giuseppe Pambieri


John Steiner


Daniel Gelin


Alessandro Momo
 (*)

Bruno Alias
Giornalista (*)

Marie Sophie Persson
 (*)

Giulio Massimini
Giornalista (*)

Cinzia Bruno
Cinzia (*)

Tino Bianchi
 (*)

Venantino Venantini
Pino Mancinelli (*)

Stella Carnacina
 (*)

Memmo Carotenuto
Barone (*)

Gabriella Giorgelli
Eros (*)

Enzo Liberti
 (*)

Claudio Nicastro
 (*)

Mario Cecchi Gori
Venditore sul peschereccio (*)

(*) non accreditato




"Questo film ha un babbo americano e una mamma francese. Il babbo hollywoodiano ha consigliato al regista un modulo poliziesco ormai classico: delinquenti senza pietà, un poliziotto corrotto, trappole negli ospedali e gente altolocata che dirige il gioco. Dalla mamma parigina viene invece la malinconia di un’amicizia perduta, proprio come accade a Jean Gabin in “Grisbì”. […] Condotto abilmente, “La polizia è al servizio del cittadino?” ci lascia con un bel pugno di mosche in mano. Cosa vuol dire? Crediamo che non voglia dir nulla e che i numerosi colpi di mitra servano soprattutto a coprire il vuoto di un significato inesistente. In una breve apparizione si rivede Daniel Gelin. Protagonista del film è un efficace Enrico Maria Salerno dai modi spicci."
P.B. (Pietro Bianchi) - Il Giorno - 01/11/1973

"Continuano a venire alla luce i film “cronologicamente” commissionati nel periodo andreottiano, quelli del filone politico-poliziesco che già in precedenza avevano fatto le prove su esempio americano (e ricitiamo il solito “braccio violento” del non favoloso Gene Hackman). In questo di Romolo Guerrieri, confezionato con maggiore astuzia e sapienza professionale di altri consimili, agisce Enrico Maria Salerno […]. Nell’universo di questo filone cine-poliziesco c’è posto solo per il fermo di polizia e la repressione violenta. La democrazia? E che cosa sarà mai? Le leggi? Fatte per essere calpestate."
Au.Sa. (Aurora Santuari) - Paese Sera - 07/09/1973

"[...] Gli intenti del film sono chiaramente quelli di denunciare un malcostume che favorisce la crescita della malavita organizzata nelle grandi città italiane, ma il problema (che indubbiamente esiste) è affrontato in maniera superficiale e con toni decisamente qualunquistici. Oltre tutto la vicenda è così poco realistica da far perdere vigore agli accenti polemici che si esauriscono in una serie di luoghi comuni. I pregi maggiori della pellicola sono quindi nel ritmo incalzante impressole dal regista Romolo Guerrieri e nella nervosa interpretazione di Enrico Maria Salerno [...]."
Vice - Il Messaggero - 07/09/1973



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