HOME | FILM | GENERI | ATTORI | REGISTI | COMPOSITORI | LOCATIONS | DOPPIATORI | STUNT
 << I film della Pollanet Squad (DRAMMA POLITICO) >> 
Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica (1971)  
Musiche
Riz Ortolani
Con
Franco Nero
Traini, Sostituto Procuratore

Martin Balsam
Commissario Giacomo Bonavia

Marilù Tolo
Serena Lipuma

Claudio Gora
Malta, Procuratore della Repubblica

Arturo Dominici
Avvocato Canistraro

Michele Gammino
Michele Gammino

Luciano Catenacci
(come Luciano Lorcas)
Ferdinando Lomunno


Giancarlo Prete
Giampaolo Rizzo

Adolfo Lastretti
Michele Lipuma

Calisto Calisti
Calisto, uomo di Lomunno

Wanda Vismara


Giancarlo Badessi
On. Grisì

Adele Modica
Lina Paladino

Filippo De Gara
Nicotra, sindaco

Nelly Namiach


Gualtiero Rispoli
Questore

Pina Lo Porto


Sergio Serafini
Guardia carceraria

Giuseppe Randazzo


Bruno Boschetti
Poliziotto in Sala Operativa

Vincenzo Norvese
Killer ingaggiato da Lomunno

Roy Bosier
Giuseppe Lascatelli

Ugo Savona


Franco Tranchina
Primario del manicomio

Andrea Fonti


Giancarlo Palermo


Enrico Ribulsi


Nello Pazzafini
Carcerato

Pietro Fumelli


Giuseppe Alotta
Carcerato

Bernardo Longo


Nello Palladino


Giuseppe Namio


Dante Cleri
Usciere

Sandro Arlotta


Luigi Ursi
Palumbo

Rosario Rosone


Paolo Cavallina
Paolo Cavallina (*)

Filippo Perego
 (*)

Sisto Brunetti
Carcerato (*)

Calogero Azzaretto
Poliziotto (*)

Santo Simone
Ladro di scarpe (*)

(*) non accreditato




"[...] Come film d'azione [...] è senz'altro riuscito; come fatto espressivo lo è un po' meno, e diciamo subito il perché. Il film fino agli ultimi venti minuti è costruito, un passo dopo l'altro, su fatti accaduti. [...] Poi si avverte un salto, dalla cronaca si rovina nel melodramma. Nessuno si sentirebbe di dire che il regista ha troppa immaginazione. Il punto non è qui. Si tratta di un organismo narrativo che, a parer nostro, appena il commissario finisce in carcere, soffre di uno squilibrio: tra realismo e melodramma il divario è notevole. E poiché è il tono che fa la musica, accade che la credibilità del racconto, sempre a nostro gusto, si offuschi. [...] Sulla liceità dell'invenzione di Damiani non ci pare che esistano dubbi; si tratta però di un'invenzione che sconfina come impatto psicologico dal registro di una vicenda che ogni lettore di giornale conosce come autentica all'ottanta per cento. L'interpretazione è efficace, a cominciare da Martin Balsam, seguito da Franco Nero e da Claudio Gora, dalla voluttuosa Marilù Tolo e da Arturo Dominici. Memorabile in un "a parte" vigoroso e sinistro la prestazione del ras dell'edilizia, Luciano Catenacci. La fotografia è di primo ordine. "
Pietro Bianchi - Il Giorno - 01/04/1971

"[...] E' un film non perfetto ma interessante, nel suo rimettere il dito nella piaga della mafia (sia pur senza avere alle spalle l'autorità di uno scrittore come Sciascia) per narrarci la vicenda di un magistrato troppo ingenuo e di un poliziotto troppo smaliziato che, anziché collaborare alla sconfitta del comune nemico, si perdono in sospetti reciproci finché sarà forse impossibile far trionfare la giustizia. [...] La struttura del racconto forse qua e là scricchiola. L'andirivieni tra presente e passato che a un certo punto si stabilisce nuoce, se non all'aggressività del tema, almeno alla chiarezza dello stile. Né del tutto chiari gli stessi personaggi centrali: troppo anarchicamente idealista il Commissario, ad esempio, mentre le debolezze di carattere del Procuratore restano un po' nel vago. Ciò nonostante, il film giunge a tenere il pubblico col fiato sospeso: specie nell'ultima parte, che è la migliore, con un montaggio serrato ed essenziale e una grande abbondanza d'intelligenti effetti sia di regia che di sceneggiatura. I due protagonisti conquistano allora la statura che loro compete: fiero e sanguigno il Commissario di Martin Balsam, un attore americano che sa ottimamente piegarsi ad una figura tipicamente insulare; travolto da intime crisi il Procuratore di Franco Nero, in una caratterizzazione che dimostra il suo intelligente evolversi d'interprete. [...] "
Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero - 03/04/1971



Colonna Sonora
Trailer (D)
Poster